Ancora tantissime persone si ritrovano ad avere un calendario pieno di riunioni in video-call. Perché risultano così estenuanti? Non dovrebbero essere meno faticose che incontrarsi di persona?
Lo smart working, per molti lavoratori, non è più solo la forma di lavoro dovuta al lockdown, bensì una realtà ormai definitiva e consolidata.
I risultati dello studio del Dottor Caràn Kenny sono stati pubblicati nel Journal of Voice lo scorso ottobre con il titolo “Dysphonia and Vocal Tract Discomfort While Working From Home During COVID-19“.
È stato presentato un sondaggio rivolto a coloro che lavorano da casa con l’obiettivo di indagare eventuali problemi relativi alla voce e al tratto vocale.
I risultati della ricerca hanno evidenziato che una persona su tre ha valutato la propria voce rauca da quando lavora da casa.
Non si trattava, però, dell’unico sintomo: quasi il 70% delle persone ha rilevato fastidi in gola e secchezza.
Raucedine e affaticamento vocale, se protratti, possono condizionare l’intenzionalità comunicativa, influenzando negativamente i rapporti sociali e l’attività professionale.
L’esito della ricerca ha fatto emergere la necessità di una adeguata educazione fonatoria / vocale e di un supporto da parte della propria azienda che possa garantirne il benessere durante il lavoro.
Ora prendiamo in esame i fattori e i meccanismi che possono portare all’insorgenza di queste scomode condizioni vocali.
Maggiore concentrazione, maggiore stanchezza mentale
Durante le tele-conferenze è necessario sforzarsi di più per elaborare segnali come le espressioni facciali, il tono della voce e il linguaggio del corpo: prestare maggiore attenzione a questi aspetti comunicativi paraverbali consuma parecchia energia.
In un incontro in presenza siamo in grado di decifrare la stanza e di adattare i nostri comportamenti nell’immediato: possiamo immaginare il sovraccarico che ne deriva nel capire come interpretare numerose stanze virtuali.
Perdite di tempo
Una riunione Zoom inizialmente programmata della durata di 30 minuti può trasformarsi facilmente in una riunione di un’ora o più per colpa della scarsa connessione Wi-fi, software bloccati o arresti anomali del sistema.
Dover fare i conti con errori o problemi tecnici senza sapere come risolverli può distrarci ancora di più dall’agenda a portata di mano aggiungendo altro stress.
“L’online” come fonte di stress
Le nostre case sono ormai diventate il nostro luogo di lavoro e il nostro luogo di lavoro le nostre case. Le continue tele-conferenze rischiano di danneggiare quell’equilibrio già spesso precario. Sempre più datori di lavoro incaricano di mansioni smisuratamente: si può innescare il meccanismo scorretto che se il lavoratore si trova a casa con il pc disponibile allora diventa sempre reperibile, anche in orari extra-lavorativi, determinando un ulteriore sovraccarico.
Affaticamento vocale
A tantissimi workers, soprattutto a chi impegnato in video-conferenze, capita di riscontrare il famoso affaticamento della voce a fine giornata o a fine servizio.
Quali sono gli atteggiamenti scorretti che possono generarsi lavorando da remoto?
Rimanere seduti a lungo favorisce una respirazione più alta, più sternale e superficiale, comportando degli scambi di aria più ridotti.
I rumori ambientali domestici sicuramente non sono fattori d’aiuto; condizioni acustiche che possono addirittura aggravarsi con la presenza di bambini durante le ore di lavoro.
Giochi, urla, schiamazzi, musica, videogames, distrazioni… si configurano tutti come elementi sonori avversari che “obbligano” l’utente ad innalzare il volume della voce per sentirsi e farsi sentire.
La postura della testa, rivolta a computer o tablet, determina l’instaurarsi di tensione e rigidità a carico della muscolatura del collo.
Questo atteggiamento posturale limita i movimenti della laringe, necessari per variare intonazione, colore e timbro durante l’eloquio.
Esiste qualche accorgimento che ci consente di ridurre gli effetti negativi sul nostro corpo e sulla nostra voce:
- mantenere più alto lo schermo del computer/tablet, in modo da non abbassare lo sguardo o portare la testa in avanti, abitudini scorrette che vanno a inficiare sulla cervicale e sul trapezio
- utilizzare dispositivi audio (cuffie, auricolari, microfono) di qualità
- effettuare dello stretching a collo, spalle e braccia 3-4 volte durante l’intera attività lavorativa
- sedersi sulla porzione anteriore della sedia, evitando di appoggiarsi allo schienale che tende ad “ingobbire”. Sedersi nella posizione sbagliata chiude le articolazioni e dunque rende più difficoltoso il flusso sanguigno.
- garantire un ricambio d’aria nell’ambiente più volte nell’arco della giornata
- assicurare una respirazione corretta (diaframmatica/costale bassa)
- idratarsi spesso, bevendo acqua durante l’attività lavorativa e umidificando le vie aeree
Se stai notando un peggioramento della qualità della tua voce non aspettare altro tempo e contatta un logopedista esperto per trovare una soluzione a questo problema!